Accesso al credito: ancora una chimera per le imprese pisane
I dati del consueto monitoraggio annuale sul credito condotto dalla Camera di Commercio di Pisa evidenziano come sei anni di crisi abbiano inferto profonde ferite all’economia pisana incidendo sulla dinamica del credito domandato e concesso alle imprese.
In primo luogo è da segnalare come la presenza bancaria in provincia, così come altrove, risenta dei processi di riorganizzazione che ha determinato la chiusura di quattro sportelli nel 2012 e di ulteriori sei nella prima metà del 2013 (sono adesso 283). Anche l’ammontare dei prestiti concessi, a causa della debolezza della domanda e della restrizione dell'offerta di finanziamenti continua a ridimensionarsi (secondo Bankitalia del -0,4% tendenziale a giugno 2013) colpendo soprattutto le piccole imprese i cui prestiti, a metà anno, risultavano in contrazione del 2,3%. Anche la qualità del credito viene compromessa dall'aumento dei prestiti deteriorati: i nuovi prestiti in sofferenza delle imprese pisane sul totale dei prestiti toccano infatti il 4,5% (erano il 2,2% a fine giugno 2012).
Passando all’indagine sulle imprese pisane, nel 2013 il 60% di queste dichiara una diminuzione del proprio fatturato e ben tre su dieci non riescono a far fronte ai propri impegni finanziari. Particolarmente preoccupanti, su questo versante, sono le strategie di risposta messe in campo dalle aziende quali lo scoperto bancario (nel 57% dei casi) e, nel 46% dei casi, il ritardato pagamento dei fornitori: una vera iattura per il sistema economico provinciale.
Le 301 imprese intervistate rivelano tuttavia come la domanda di credito fatta al sistema bancario sia fiacca anche nell’immediato futuro: solo il 12% delle imprese si dice infatti intenzionato a richiedere credito. Più che la quota limitata è però la motivazione della richiesta che preoccupa: si tratta infatti di denaro che sarà utilizzato per la gestione corrente (nell’84% dei casi) mentre solo il 28% nel 2013 (era il 38% nel 2012) lo utilizzerà per nuovi investimenti.
Nella percezione degli imprenditori pisani, le condizioni per accedere a prestiti e finanziamenti rimangono ancora difficili e sostanzialmente immutate rispetto al 2012. In una scala che va da -5/+5 tra il 2012 ed il 2013:
- è leggermente aumentata la richiesta di credito (+0,6);
- è rimasto stazionario l'ammontare di quello concesso (-0,1);
- è lievemente aumentata la richiesta di garanzie (+0,5);
- sono aumentati i tassi di interesse (+1,0);
- ha continuato a salire il costo delle commissioni (+1,1).
Per molti degli indicatori raccolti l’indagine conferma la regola che vede i settori e le aree in maggiore difficoltà economica anche come le più fragili e penalizzate nell’accesso al credito. E’ il caso del commercio e dell’edilizia e delle imprese di piccole dimensioni e/o con un mercato di riferimento tipicamente locale, mentre, su scala territoriale, della Val d’Era.
Tra i tanti segnali negativi una buona notizia viene dai Confidi: uno strumento sempre più apprezzato (le imprese che li hanno utilizzati sono passate dal 18% del 2012 al 23% del 2013), anche se non ancora particolarmente esteso e risolutivo nel rapporto banca-impresa. Se infatti, nella percezione delle imprese, i Confidi rappresentano uno strumento di facilitazione dell’accesso al credito, gli istituti di credito (interpellati nel corso di uno specifico focus) enfatizzano come sia la solidità dell’azienda, più che la garanzia, a determinare la concessione del credito.
Per fronteggiare le difficoltà di accesso al credito la Camera di Commercio ha messo in campo una serie di iniziative. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito internet della Camera di Commercio ovvero rivolgersi all’Azienda Speciale ASSEFI.
L'indagine completa e le slide sono disponibili nel sito della Camera di Commercio di Pisa e nel Portale Starnet.
Ultima modifica: 27/03/2014 08:46:27